La preoccupazione di Confcommercio Emilia-Romagna: “Una volta terminati gli ammortizzatori sociali si rischia un crollo dell’occupazione”
Confcommercio Emilia-Romagna segue con grande interesse il monitoraggio che periodicamente Unioncamere regionale realizza sulla situazione occupazionale. I dati che rilevano l’andamento nel 2020, parametrato a quello del 2019, seppur registrando pesanti perdite in termini di calo occupati (commercio -5.991 occupati ovvero -2%, ristorazione -4.600 ovvero -3,3, servizi per l’alloggio -2.733 ovvero -8%) che già di per sé destano grande preoccupazione, non fotografano pienamente la situazione di estrema difficoltà in cui versano i settori del terziario di mercato.
“Gli ammortizzatori sociali ed in misura minore la politica di sostegni messa in atto dal Governo – dichiara Pietro Fantini, Direttore regionale Confcommercio Emilia-Romagna – hanno per ora solo frenato il calo occupazionale, ma, senza interventi strutturali di riduzione del costo del lavoro e di defiscalizzazione, una volta sospesi i benefici statali si rischia un vero e proprio crollo dell’occupazione nei settori da noi rappresentati”.
“Serve coraggio e non ritardare più quelle riforme strutturali di settore per sostenere ed incentivare l’occupazione in particolare giovanile e femminile – continua Fantini – Le risorse europee assegnate al Paese in via straordinaria dovranno essere indirizzate soprattutto a sostegno dell’impresa e del lavoro”.
“Nel frattempo si continui ad intervenire con sostegni mirati, che vadano a “risarcire” laddove c’è stata effettiva perdita – conclude Fantini – senza dimenticare o penalizzare settori che avendo subito restrizioni minori di altri ed essendo più lontani dai riflettori mediatici hanno comunque subito perdite rilevantissime, come ad esempio tutta la filiera della moda”.
L’Ufficio Stampa
Bologna, 13 maggio 2021
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