Il 2019 si chiude con una contrazione del 2% (- 1771) delle imprese del commercio: la situazione richiede interventi non più rinviabili
I dati diffusi da Unioncamere Emilia Romagna evidenziano a fine 2019 il marcato calo, rispetto all’analogo periodo del 2018, delle imprese commerciali in Emilia Romagna (-1.771 unità, – 2%).
La tendenza alla riduzione delle imprese attive prosegue ininterrotta dal 2009, con la sola eccezione del 2011.
La perdita subìta dalla base imprenditoriale regionale è risultata più vasta rispetto a quella riferita al 2018, tanto da essere la più grave degli ultimi cinque anni.
Andamento particolarmente negativo per le ditte individuali e per le società di persone, con una riduzione che è la più ampia degli ultimi dieci anni.
“Si accentua progressivamente la riduzione delle imprese – commenta Enrico Postacchini, Presidente di Confcommercio Emilia Romagna – Bisogna superare ogni titubanza ed intervenire con decisione ad ogni livello territoriale, nazionale, regionale e comunale, per garantire sostegno e parità di regole ad un settore, quello del commercio, in forte difficoltà”
“Chiediamo alla Regione – continua Postacchini – l’immediata revisione della legge di settore: è necessario intensificare coraggiosamente il sostegno al commercio con un articolato pacchetto di misure strutturali, anche in considerazione del temporaneo blocco degli aiuti europei derivante dall’avvio burocratico del nuovo settennio di programmazione. Si deve valorizzare l’imprenditorialità di settore e incentivare gli indispensabili processi di innovazione con nuovi strumenti e un significativo stanziamento di risorse per le imprese a fronte della crescente difficoltà e del mutato scenario di riferimento”.
“Chiediamo un consistente alleggerimento della pressione fiscale e burocratica a livello locale e una nuova programmazione commerciale che faccia perno sulla rigenerazione urbana limitando fortemente la nascita di nuovi centri commerciali – conclude Postacchini – Tutti a parole sottolineano il valore sociale del commercio di vicinato: vogliamo allora politiche fiscali ed urbanistiche coerenti a tutela del negozio tradizionale.”
L’Ufficio Stampa
Bologna, 29.01.2020