Strada giusta la disattivazione degli aumenti IVA
Favorevoli alla incentivazione di strumenti di pagamento elettronici, ma con forte riduzione di costi e commissioni per l’utilizzo a carico di imprese e consumatori.
Con la Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza varata a fine settembre dal Consiglio dei Ministri, il Governo ha programmato la disattivazione degli aumenti Iva previsti per il 2020 a legislazione vigente, così come richiesto da Confcommercio e dal Presidente Sangalli.
La migrazione di 23,1 miliardi dal privato al pubblico, ovvero il peso di un aumento IVA, avrebbe un impatto recessivo sull’economia. Si stima un calo dei consumi di 8 o 9 decimi, che significano un impatto sul Pil di 4 o 5 decimi. Vuol dire che se le previsioni del Pil sono tra +0,5% e +0,8%, il rischio è che con l’aumento dell’Iva si andrebbe intorno allo zero e un Paese debilitato come il nostro non può tollerarlo.
La riduzione dei consumi da parte delle famiglie ha avuto un impatto molto forte sulle imprese della distribuzione commerciale. In Emilia Romagna le imprese del commercio sono diminuite del 3,9% dal 2014; quelle del solo settore del commercio al dettaglio sono calate del 5,3%.
“Non ci saremmo potuti permettere, a fronte dell’attuale basso tasso di crescita dei consumi delle famiglie, un ulteriore appesantimento dell’IVA – dichiara Enrico Postacchini, Presidente Confcommercio Emilia Romagna – Si sarebbero spalancate le porte alla recessione e si sarebbe creata una profonda ingiustizia dal punto di vista fiscale, andando a colpire soprattutto le fasce più deboli”.
“Non servono tasse in più, ma costi in meno – continua Postacchini – Si deve incentivare l’utilizzo di strumenti elettronici di pagamento riducendo i costi e le commissioni a carico di imprese e consumatori, non tassando l’uso del contante”.
“Sono necessarie politiche economiche che attenuino la pressione fiscale e burocratica, pensando ad alleggerire il più possibile gli oneri di gestione a carico delle imprese del commercio in una logica complessiva di sostegno e attenzione allo sviluppo di un settore in difficoltà”.
“L’unica via per la crescita è la diminuzione della pressione fiscale e burocratica , condizione necessaria per avviare una nuova stagione di investimenti per il rilancio del commercio tradizionale e delle imprese familiari nel loro complesso”, conclude Postacchini.
L’Ufficio Stampa
Bologna, 02.10.2019
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