“Salto nel voto”: l’intervista al Presidente Sangalli su “Avvenire”
Si riporta di seguito l’intervista su “Avvenire” (9.05.2018) al Presidente Nazionale di Confcommercio Carlo Sangalli sul tema delle consultazioni e del Governo.
Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, come valuta le mosse del capo dello Stato dopo il terzo giro di consultazioni?
Il presidente si è speso con impegno e determinazione per far prevalere l’interesse generale del Paese e trovare una formula in grado di esprimere un governo in tempi brevi. Consapevole che i mercati e l’Europa non aspettano senza tensioni questa prolungata fase di stallo. Il primo campanello di allarme è l’andamento della Borsa di ieri.
E’ deluso dalla reazione dei partiti alle parole di Mattarella? Scegliendo le elezioni anticipate mostrano irresponsabilità?
Quando la politica riduce il dialogo e si arrocca sulle posizioni della campagna elettorale diventa tutto più complicato. Io voglio mantenere la speranza che nelle prossime ore ci sia un sussulto, una via di uscita che rimetta sui binari delle riforme e della crescita il nostro Paese. E’ questa la prospettiva che si meritano le famiglie e le imprese italiane che hanno subito una recessione senza precedenti.
Con le elezioni in estate o in autunno l’Italia potrebbe non avere un governo con pieni poteri per tutto il 2018. Quali sarebbero i principali pericoli per l’economia?
E’ evidente a tutti che, nelle condizioni in cui si trova la nostra economia, una nuova campagna elettorale per andare al voto inciderebbe sulla fiducia di famiglie e imprese e potrebbe generare un ulteriore rallentamento delle prospettive di crescita. Per questo riteniamo indispensabile che, al di là delle tante dichiarazioni di principio e dei nobili intenti, la politica si esprima su quali azioni intende intraprendere al fine di scongiurare l’aumento dell’Iva, eventualità sempre più probabile con il trascorrere del tempo.
Per voi l’assoluta priorità è evitare l’aumento dell’Iva. Dove trovare 12,5 miliardi di euro? Avete calcolato i danni economici causati dal mancato disinnesco della clausola di salvaguardia?
Se malauguratamente dovessero scattare le clausole di salvaguardia, nel 2019 ogni cittadino si ritroverebbe automaticamente 200 euro di tasse in più. E questo, considerato l’attuale livello di pressione fiscale in Italia, tra i più alti in Europa, non ce lo possiamo davvero permettere. Per scongiurare questo rischio due sono le cose da fare: aggiungere una riga nella legge di bilancio per bloccare le clausole e trovare le risorse necessarie rinegoziando i margini di flessibilità in Europa.
Un clima da perenne campagna elettorale ha effetti negativi sui consumi?
Già in questi primi mesi dell’anno il rallentamento dell’economia e l’aumento dell’incertezza stanno riducendo la fiducia, ingrediente indispensabile per rilanciare i consumi e la ripresa. E’ quindi evidente che il proseguimento di questa fase di stallo, che dura ormai da due mesi, ci farebbe dire addio a quell’obiettivo di crescita del 2% che consentirebbe alle famiglie di consumare di più e alle imprese di tornare ad investire.
Un governo di servizio fino a dicembre e sostenuto da una maggioranza parlamentare darebbe garanzie anche all’Ue? Quali interventi potrebbe realizzare?
In questa situazione c’è anche la variabile tempo. Bisogna fare presto e bene e, qualunque sia la soluzione, l’importante è che ci sia al più presto un governo per mettere in sicurezza i conti pubblici e rendere più esplicita la via delle riforme, a partire dal quelle fiscale e elettorale (Autore: Luca Mazza.)
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