Ristorazione, via al nuovo contratto. Intervista a Matteo Musacci, Presidente FIPE Emilia Romagna
Pubblichiamo integralmente l’intervista al Presidente FIPE Emilia Romagna Matteo Musacci apparsa oggi sulle pagine regionali de il Resto del Carlino.
“Fino a 102 euro al mese di aumento in busta paga a regime per i dipendenti della ristorazione. In cambio, i pubblici esercizi otterranno maggiore flessibilità, con riduzioni di orario che diventano modulabili sulla base degli anni di anzianità. E con una banca che potrà spingersi fino a 48 ore settimanali quando serve (oggi il tetto è 40), in cambio di settimane corte nella bassa stagione. Sono alcuni dei termini del contratto nazionale appena siglato da Fipe-Confcommercio (la Federazione dei pubblici esercizi) con Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl, Uiltucs-Uil e Ugl. Quattro anni di lavoro per un accordo che «una volta tanto – assicura Matteo Musacci, ferrarese, presidente regionale di Fipe e membro della presidenza nazionale –, ha messo da parte le contrapposizioni per ragionare su una vera rivoluzione del settore». Musacci, non le sembra di esagerare? In fondo è un rinnovo contrattuale come tanti. «E invece no, poiché non si tratta di un rinnovo, ma di un contratto ex-novo, specifico per il nostro settore, che si stacca dal turismo. Abbiamo dimostrato che a sedersi a un tavolo senza preconcetti e giochi di ruolo, ci guadagnano tutti». Quanto pesa il settore oggi? «Le imprese in regione sono 26mila e fatturano 7 miliardi di euro all’anno: il 10% di tutto il mercato regionale. Siamo secondi solo alla Lombardia. E siamo in crescita». D’altronde negli anni di crisi si diceva: se perdi il lavoro, puoi sempre aprirti un bar. «Un luogo comune, ormai, visto quanto è cambiato e si è professionalizzato il nostro settore». Colpa della tv? Un tempo nessuno avrebbe commentato un impiattamento. «Il mercato è cambiato radicalmente. Oggi essere bravi non basta. I dati dimostrano che il 50% dei turisti, oggi, prenota i ristoranti prima di partire. La sfida si gioca online». E poi ci sono le famigerate recensioni di TripAdvisor. «Il nostro rapporto con il web è cambiato molto. Oggi la Fipe collabora in modo stretto con le piattaforme online. C’è un filo diretto per smascherare le recensioni false. Ma noi dobbiamo smettere di vedere il web come un nemico, poiché è anche un vantaggio». Faccia un esempio. «Qualche tempo fa è morto un cantante che amavo. D’istinto ho scritto su Facebook che avremmo fatto ascoltare solo sue canzoni durante la cena, e e alcuni clienti mi hanno detto di averci scelto per questo. Un aumento di fatturato a costo zero, solo scrivendo una frase». Portato a casa il nuovo contratto, cosa manca? «Occorre regolarizzare i rapporti di formazione. Perché la ristorazione non può più permettersi lavoratori improvvisati, ma serve anche che ai ragazzi e alle ragazze venga offerta la possibilità di imparare. Lo chiederemo al prossimo governo, poiché la legge attuale pone maglie troppo strette in merito agli stage. C’è l’idea sia sempre uno sfruttamento. Eventualità che va punita, certo. Ma non si può fare come con i voucher, e vietare uno strumento cruciale per molti, solo per colpire i pochi che lo usavano con dolo». Bologna (Simone Arminio).
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