Innovare la tradizione partendo dalle persone: l’intervista al Presidente di Confcommercio Emilia Romagna Enrico Postacchini
Si pubblica integralmente l’intervista al Presidente di Confcommercio Emilia Romagna Enrico Postacchini, apparsa su il Resto del Carlino di oggi (nda venerdì 1 dicembre 2017).
Persone, imprese, futuro. Sono le tre priorità sulle quali Confcommercio Emilia Romagna oggi incontra il presidente della Regione Stefano Bonaccini in occasione dell’assemblea dei soci (ore 10, al Centro Congressi di Fico Eataly World, via Paolo Canali 8, Bologna). L’evento, organizzato in collaborazione con QN il Resto del Carlino, farà il punto sullo stato di attuazione del Patto per il Lavoro, siglato nel luglio 2015 dalle forze economiche e sociali della regione. Dopo l’apertura dei lavori a cura di Pietro Fantini, direttore regionale di Confcommercio, sono previsti gli interventi del presidente Enrico Postacchini (foto) e del governatore Bonaccini.
Presidente Postacchini, a che punto siamo con l’applicazione del Patto sul Lavoro? «Direi a buon punto, ma questo non significa che tutti gli obiettivi siano stati raggiunti. In questi anni abbiamo lavorato con impegno, attraverso un importante confronto con la Regione, per contribuire al rilancio della crescita e dell’occupazione: i numeri ci danno ragione, ma ci sono ancora elementi di criticità».
Quali sono queste ombre? «Il calo del numero delle imprese regionali, concentrato soprattutto nel settore del commercio, la difficoltà dei consumi interni, la disaffezione dei giovani verso il fare impresa. Oggi le oltre 92mila imprese del commercio al dettaglio dell’Emilia Romagna rischiano di rimanere confinate ai margini della ripresa, con ricadute sulle città e sui territori che si trovano a fare i conti con temi quali la vivibilità, la sicurezza e l’attrattività».
Come invertire questa tendenza? «Ripartendo dal piccolo commercio di prossimità, cuore pulsante delle nostre città, che deve tornare al centro delle politiche pubbliche regionali. Con una riforma degli strumenti legislativi per il settore, a partire dalla Legge regionale 41».
Parlare di cuore pulsante delle città vuol dire parlare di bellezza e quindi di attrattività e turismo… «Il turismo in Emilia Romagna oggi vale 16 miliardi, quasi il 12% dell’economia regionale. E ci sono spazi per crescere ulteriormente, a patto che si sblocchino alcuni nodi che rischiano di rallentare il ritmo dello sviluppo e che si affronti con coraggio il tema delle infrastrutture e dei collegamenti tra Emilia e Romagna».
Qual è la sfida per il futuro? «Innovare la tradizione partendo dalle esigenze del presente e dalle persone, che sono il primo e fondamentale fattore di successo delle nostre imprese».