“Caro amico ci manchi”. L’intervento del Presidente Confcommercio Carlo Sangalli in ricordo di Giorgio Guazzaloca
Ci sono uomini che hanno impressa nel Dna un’eccezionalità con cui contagiano tutto quello che fanno e che trasmettono alle persone che con loro lavorano. Ci sono uomini che non hanno solo personalità, ma hanno un carattere e un cuore che la loro storia finisce per imprimersi dentro le storie degli altri, cambiandole.
Così era Giorgio Guazzaloca: imprenditore autodidatta, di rara finezza politica e citazioni ricercate, un commerciante che aveva capito cos’era il marketing territoriale molto prima che qualche esperto se lo inventasse, un sindacalista che, prima di una categoria, difendeva con i denti un territorio e il suo futuro, un sindaco di una avventura istituzionale in perfetta discontinuità con il consueto governo della sua Bologna. Giorgio Guazzaloca era un uomo eccezionale con una storia eccezionale. E quando tanti anni fa si fece il suo nome per diventare Presidente Confederale di Confcommercio, io non avevo dubbi. Un’altra sfida che ci aveva visto insieme, che in quel momento non andò bene senza, però, sentirci vinti. Perché con Giorgio non si poteva perdere mai davvero: era uno che non si arrendeva e che imparava sempre, dagli altri, dalla vita e dai suoi risvolti che talvolta ti tagliano le gambe. Il suo resterà sempre un esempio di vita attiva e generosa vissuta con lealtà e profonda umanità. E’ stato coraggioso quanto generoso, una delle menti e dei volti che hanno rappresentato con più luminosità la nostra Confcommercio e la sua storia popolare, della quale indossava la maglia con la stessa franca e appassionata dedizione con cui amava il Bologna calcio. Ci considerava la sua squadra e io mi considero fortunato ad aver giocato con lui. Per citare il grande Lucio Dalla, con cui nella sua normale eccezionalità Giorgio andava a prendere il caffè, Guazzaloca era il «caro amico» la cui assenza, oltre a lasciare un grande vuoto umano e professionale, renderà tutti noi più soli e tristi per «gli anni che verranno».
Così era Giorgio Guazzaloca: imprenditore autodidatta, di rara finezza politica e citazioni ricercate, un commerciante che aveva capito cos’era il marketing territoriale molto prima che qualche esperto se lo inventasse, un sindacalista che, prima di una categoria, difendeva con i denti un territorio e il suo futuro, un sindaco di una avventura istituzionale in perfetta discontinuità con il consueto governo della sua Bologna. Giorgio Guazzaloca era un uomo eccezionale con una storia eccezionale. E quando tanti anni fa si fece il suo nome per diventare Presidente Confederale di Confcommercio, io non avevo dubbi. Un’altra sfida che ci aveva visto insieme, che in quel momento non andò bene senza, però, sentirci vinti. Perché con Giorgio non si poteva perdere mai davvero: era uno che non si arrendeva e che imparava sempre, dagli altri, dalla vita e dai suoi risvolti che talvolta ti tagliano le gambe. Il suo resterà sempre un esempio di vita attiva e generosa vissuta con lealtà e profonda umanità. E’ stato coraggioso quanto generoso, una delle menti e dei volti che hanno rappresentato con più luminosità la nostra Confcommercio e la sua storia popolare, della quale indossava la maglia con la stessa franca e appassionata dedizione con cui amava il Bologna calcio. Ci considerava la sua squadra e io mi considero fortunato ad aver giocato con lui. Per citare il grande Lucio Dalla, con cui nella sua normale eccezionalità Giorgio andava a prendere il caffè, Guazzaloca era il «caro amico» la cui assenza, oltre a lasciare un grande vuoto umano e professionale, renderà tutti noi più soli e tristi per «gli anni che verranno».
Intervento di Carlo Sangalli, Presidente di Confcommercio-Imprese per l’Italia
(pubblicato su il Resto del Carlino di venerdì 28 aprile 2017, Cronaca Bologna, pag. 2)