Il commento di Confcommercio Emilia Romagna su “Legalità, mi piace!”
Per analizzare e denunciare l’entità e le conseguenze dei fenomeni criminali sull’economia reale e sulle imprese, Confcommercio ha organizzato il 22 novembre la Giornata di mobilitazione nazionale “Legalità, mi piace!”.
“L’illegalità – recita lo slogan dell’iniziativa – distrugge il lavoro di tanti imprenditori. Liberiamo le imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti dai fenomeni criminali. Per un’economia più sana e più forte, per un Paese più civile”.
I fenomeni illegali – contraffazione, abusivismo, estorsioni, usura, infiltrazioni della criminalità organizzata, furti, rapine, taccheggio – incidono sul corretto funzionamento del mercato in quanto falsano il gioco della concorrenza, comportano la perdita di fiducia degli operatori e la diminuzione degli investimenti. Questi fenomeni impattano pesantemente sul sistema economico-sociale in quanto determinano la chiusura di imprese oneste e la perdita di posti di lavoro, colpiscono la tutela dei consumatori, la sanità e la sicurezza pubblica, causano un danno d’immagine all’intero paese.
Più specificamente, tali fenomeni determinano:
- un danno economico per le imprese in termini di mancate vendite, riduzione del fatturato, perdita di immagine e di credibilità, abbassamento degli standard qualitativi, etc. Le imprese, infatti, si vedono usurpare una notevole fetta di mercato a causa del regime di concorrenza sleale generato dai prezzi ridotti dei prodotti contraffatti e/o piratati o dei servizi offerti dai circuiti abusivi di vendita o di esercizio delle professioni;
- un danno al mercato consistente nell’alterazione delle regole del gioco, a svantaggio degli imprenditori onesti penalizzati del comportamento di operatori che agendo nell’illegalità godono di vantaggi competitivi indebiti basati sui minori costi di produzione (per la contraffazione) e di gestione (per le varie forme di abusivismo) dovuti al mancato rispetto di leggi, regole ed adempimenti;
- un danno e/o un pericolo per il consumatore finale, poiché le merci contraffatte o l’esercizio abusivo di una professione possono mettere in serio e reale pericolo la salute del consumatore o minacciare la sua sicurezza, specie in alcuni settori come quello cosmetico e farmaceutico, automobilistico, dei giocattoli e l’alimentare. La contraffazione e l’abusivismo, infatti, determinano il venir meno di una della garanzie sulla qualità dei prodotti o dei servizi a vantaggio dei consumatori. I prodotti contraffatti sono solitamente fabbricati nel più completo disprezzo delle norme sulla sicurezza né può esserci garanzia della professionalità di un operatore abusivo, pertanto sarà di solito impossibile per il consumatore accedere ai servizi postvendita o di garanzia, o fare ricorso ai rimedi legali in caso di danni subiti;
- un danno sociale connesso all’impatto sul mondo del lavoro e l’occupazione, sia direttamente, dato che i circuiti illegali si avvalgono spesso di sfruttamento di soggetti deboli (disoccupati o, prevalentemente, migranti irregolari) assoldati attraverso un vero e proprio racket del lavoro nero, con evasioni contributive e senza coperture assicurative, sia indirettamente per la perdita di posti di lavoro nelle imprese messe in crisi se non addirittura espulse dal mercato da abusivismo e contraffazione;
- un danno alle casse dello Stato causato da evasione contributiva e fiscale, dall’Iva alle imposte sui redditi;
- un danno alla legalità per il re-investimento o il riciclaggio dei profitti ricavati da attività illecite in altrettanto proficue attività delittuose (droga, armi, etc.) da parte di organizzazioni malavitose o viceversa.
CONTRAFFAZIONE E ABUSIVISMO: IN AUMENTO IL FENOMENO E I RISCHI PER LA SALUTE.
Il 65% delle imprese è danneggiato dall’acquisto illegale; più colpiti i settori dell’abbigliamento, delle calzature e dei prodotti alimentari
Nel 2016 il 27% circa dei consumatori ha acquistato almeno una volta prodotti illegali o ha utilizzato servizi offerti da soggetti non autorizzati. Abbigliamento (+2,1%), e audiovisivi, videogiochi, musica (oltre il +2%) svettano su tutti, ma tra i settori più colpiti ci sono anche i gioielli e i generi alimentari. Cresce anche l’acquisto illegale sul web, dai farmaci all’elettronica. Il 72% circa dei consumatori pensa che acquistare prodotti illegali sia «normale» o “utile” per chi è in difficoltà. Lo sostengono in prevalenza uomini e giovani fra i 18 ed i 24 anni. Nel 2016 la percentuale delle imprese del commercio, del turismo, dei servizi e dei trasporti che ritengono di essere state danneggiate “in generale” dall’azione della illegalità è cresciuta al 65,1% rispetto al 62,1% del 2015. La percezione è più forte tra le imprese del Mezzogiorno.
IL TACCHEGGIO NEL COMMERCIO: PEGGIORA L’IMPATTO SUI RICAVI DELLE IMPRESE
Colpiti 2 negozi su 3, aumentano le spese per difendersi, è donna il profilo-tipo.
Nel 2016, il 68% delle imprese del commercio al dettaglio dichiara di aver subito episodi di taccheggio. E anche se il fenomeno è in leggera diminuzione (a dichiararlo sono il 6,1% delle imprese contro il 2,5% del 2015), aumenta del 10% l’incidenza negativa sui ricavi delle imprese (da 4,7% nel 2015 a 5,2% nel 2016); in aumento anche il numero di imprese che hanno adottato misure per difendersi dal fenomeno (dal 48,3% al 52,6%); quanto all’identikit del taccheggiatore, per il 52% degli imprenditori intervistati si tratta di una donna di età compresa tra i 35 e i 64 anni, spesso madre di famiglia, ma aumentano le segnalazioni di taccheggiatori extracomunitari (12,4% contro l’11,9%).
CONFCOMMERCIO EMILIA ROMAGNA: BENE L’APPROVAZIONE DELLA LEGGE, ORA SI CONCORDINO AZIONI CONCRETE DI CONTRASTO ALL’ILLEGALITA’.
Confcommercio Emilia Romagna esprime grande soddisfazione per l’approvazione da parte della Regione, con apposita legge, del Testo Unico per la promozione della legalità: sono stati infatti recepite le nostre richieste al fine di riordinare e snellire le misure esistenti e introdurre innovazioni per promuovere la cultura della legalità.
In particolare sono state perfezionate norme per garantire un più efficace contrasto ad abusivismo e contraffazione, a usura e racket, controlli sugli appalti, tutela occupazionale in aziende colpite da provvedimenti giudiziari, sicurezza sul lavoro, azioni per il recupero di immobili e attività sottoposte a sequestro, azioni di prevenzione e contrasto della corruzione.
Ora però occorre tradurre le parole in atti concreti e concordare insieme ed al più presto le previste attività di monitoraggio e di contrasto dei comportamenti illegali che alterano il mercato dei diversi settori economici, oltre alle azioni formative nei confronti della cittadinanza. Confcommercio Emilia Romagna è pronta a fare la sua parte.