Cofiter: “Alle imprese chiediamo idee e progetti”
Dieci Confidi in tutta Italia iscritti da Banca d’Italia nell’albo degli intermediari finanziari. Tra questi c’è anche Cofiter, Confidi terziario Emilia Romagna. «L’iscrizione ci dà ancor più stabilità e solidità – premette il presidente Marco Amelio – ed è da considerare un ulteriore atto di garanzia nei confronti del settore produttivo commerciale al quale facciamo riferimento».
Il Resto del Carlino racconta l’iscrizione di Cofiter all’albo degli intermediari finanziari.
Sono una sessantina i Confidi vigilati da Banca d’Italia. Cofiter sta cambiando il suo modus operandi: non fornisce ‘solo’ garanzie, ma anche microcredito. «Siamo tra i primi in Italia – dice Amelio –: in un anno abbiamo concesso 2 milioni di euro a oltre cento imprese emiliano-romagnole di diverse categorie merceologiche. Il mercato sta cambiando. Non ci sostituiamo alle banche, intercettiamo un bisogno delle aziende diversificando il nostro core business».
Quartier generale a Bologna, oltre 30.000 soci e una consolidata collaborazione con le reti Confcommercio e Confesercenti, Cofiter ha di recente firmato un protocollo d’intesa con il Comune di Ferrara per supportare l’imprenditorialità locale proprio attraverso l’elargizione di microcredito. Firmataria è anche la Cassa di Risparmio di Cento che garantisce l’abbattimento di alcune spese a carico delle aziende; destinatarie le imprese fino a cinque dipendenti con un importo erogabile da Cofiter fino a 25.000 euro per acquisti di beni e servizi, retribuzione di nuovi dipendenti e corsi di formazione. «Alle imprese – dice Amelio – chiediamo idee e progetti validi. E vogliamo replicare questo modello anche in altre città della regione». Non solo: Cofiter fornisce alle Pmi un servizio di consulenza per la redazione del business plan e un servizio per gestire la centrale dei rischi. «Occorre creare nuovi modelli di business – continua il presidente – per accompagnare le imprese in un percorso progettuale e nella gestione quotidiana». In un contesto in cui la crisi impone cambiamenti. «Innovazione, formazione e progettualità sono le parole d’ordine». Una speranza per il futuro.
(fonte: Il Resto del Carlino)